martedì 1 aprile 2008

Ricordi

Ricordi.

Confine Italo-Svizzero.

Tanti anni sono trascorsi.

L'ordine di servizio arriva a notte inoltrata, l'incarico consiste in una perlustrazione con appostamento per la repressione del contrabbando in genere, che può essere commesso dalla vicina Svizzera verso il suolo Italiano in vari luoghi della circoscrizione di nostra competenza.

In pattuglia con me ci sono il conduttore cinofilo e il suo cane Argo.

Il percorso che dobbiamo fare è abbastanza difficile, dobbiamo camminare lentamente senza fare rumore e al buio, in mezzo al bosco, su sentieri scoscesi e pieni di ostacoli e agire con cautela. Con me porto l'unico sacco a pelo che servirà per ripararci dal gelo della notte. Dico unico perchè in teoria dovremmo averne uno per ogni componente della pattuglia, ma disposizioni assurde ci obbligano a portarne uno solo perché il Comando teme che una volta infilati dentro ci prende il sonno e cosi non svolgiamo il compito che ci è stato assegnato che è quello di controllare che non ci siano attraversamenti illegali di persone e cose dal confine Svizzero a quello Italiano.

L'attesa è lunga, fa freddo, decidiamo di infilarci tutti e due dentro al sacco a pelo per riscaldarci un po', in barba alla regola che indica il contrario. La cosa buffa è che anche il cane vorrebbe infilarsi dentro il sacco insieme a noi. Ma il conduttore con tono brusco gli ordina di rimanere fuori e di stare attento. Il cane ubbidisce, si siede. le orecchie tese, il muso rivolto dritto al confine, pronto a percepire ogni rumore anomalo. Argo è una bella bestia, addestrata bene per il suo compito, ma ha raggiunto quasi il limite della sua messa a riposo dopo anni di intensa attività. A volte il suo conduttore ha problemi a fargli accettare i comandi che gli vengono impartiti. Ora sta lì in silenzio, sembra aver recepito in pieno quanto gli è stato ordinato.

Fratucello, questo è il nome del conduttore del cane, che io per abbreviare chiamerò “Frate”, è un ragazzone tutto sommato di buon carattere, con più esperienza di me in questo tipo di servizio. In questi posti l'anzianità di pochi anni o addirittura di pochi mesi conta molto. Ma lui, fortunatamente non è di quelli che fanno pesare la cosa. Da buon trentino invece gli piace qualche buon bicchiere di vino e anche questa notte esce dal Comando abbastanza allegro. Il rapporto che ha stabilito con il suo cane non è tra i migliori. Come previsto dal regolamento, ha cura dell'animale ma non ha molto legame affettivo con lui. Ogni tanto gli rifila qualche calcio, e qualche pugno, quando ritiene di non essere ubbidito a dovere. Io soffro nel vedere queste azioni, ma non posso intervenire, lui è il responsabile della gestione. Argo subisce in silenzio, senza nemmeno guaire e da lì capisco quanta referenza e rispetto ha per il suo padrone. Mai una volta l'ho visto rivoltarsi contro per le botte subite. Io amo questo cane e quando ho la fortuna di uscire in pattuglia con loro mi sento piu' tranquillo.Tra noi tre è nato un buon accordo e riusciamo anche a farci qualche risata dimenticando per qualche momento la responsabilità e la pericolosità degli incarichi che dobbiamo svolgere.

Il tempo trascorre lentamente e complice sia il tepore del sacco a pelo che del vino bevuto la sera, Frate si addormenta. Il patto tra noi è quello di darci ogni tanto il cambio. Al momento io resto sveglio.

La notte è fredda ma limpida, la volta stellata è meravigliosa e nel contemplarla quanti pensieri si affacciano alla mia mente che mi coinvolgono totalmente facendomi dimenticare per alcuni istanti il luogo in cui mi trovo.

Ripasso tutti i consigli che mi sono stati dati, durante il corso di istruzione su come ci si deve comportare in casi di intervento anti contrabbando. Penso a casa, alla mia famiglia, alla scuola che ho abbandonato per arruolarmi, agli amici, che magari stanno divertendosi in qualche posto. L'epoca che vivo è di grandi cambiamenti, i giovani portano tutti i capelli lunghi come vuole la moda dei Beatles. Io, invece sono costretto a portarli corti, venendo riconosciuto subito come militare. Cosa un po' fastidiosa.

Tutto questo accade mentre sono lì, sdraiato per terra, al freddo, a dividere un unico sacco a pelo col compagno ed ammirare la volta celeste in un silenzio assoluto.


Mi chiedo cosa sto facendo lì, alla mia età, neanche 20 anni, in mezzo ad un bosco, armato di pistola beretta calibro 9 e moschetto mod. 91, e con un unico sacco a pelo da dividere in due a controllare che vengano rispettate le leggi fiscali in vigore nel mio Paese.

Eppure nonostante la malinconia del momento e del luogo in cui mi trovo, che non è dei più idilliaci, sono fiero di indossare la divisa e di adempiere ai compiti che mi sono stati affidati, con molto senso del dovere.

Ma ecco che mentre sono assorto in tutti questi pensieri scorgo il cane Argo che comincia a dare segni di nervosismo. Sveglio il compagno e gli dico:
“””Frate, ci siamo, il cane sta sentendo qualcosa.””” e lui:
“””Si hai ragione, Argo si comporta così quando sente persone che si muovono nell'oscurità””” io dico:
“””Frate, io ancora non sento nulla ma a vedere i movimenti ed il nervosismo del cane mi rendo conto che sta per accadere qualcosa”””
Tutto questo viene detto confabulando tra noi sottovoce in modo da non sviare l'attenzione del cane a quello che sta percependo.

Ecco che qui entra in gioco il buon addestramento che ha ricevuto. Di solito un cane normale al primo rumore percepito dal suo udito comincia ad abbaiare, lui invece no, dalla sua bocca esce appena un impercettibile sibilo. Il conduttore allora si convince e capisce che sta accadendo davvero qualcosa. In silenzio ascoltiamo anche noi, immobili. Siamo proprio vicini alla rete fiscale e dopo un po' ecco che la reazione del cane si concretizza in un movimento di persone che stanno attraversando il confine per entrare in Italia dai luoghi non consentiti. Sappiamo di che si tratta, contrabbandieri di sigarette.

Io sono alle prime esperienze, tra poco dobbiamo agire, il cuore comincia a battere forte forte, la tensione aumenta, siamo in due piu' un cane a fronteggiare almeno un gruppo di dieci persone. Loro hanno sulle spalle il sacco pieno di sigarette di contrabbando che si apprestano ad introdurre illegalmente nel nostro paese. Il conduttore impartisce al cane Argo il classico ordine che si dà in questi casi: "Attacca". Questo significa che il cane è addestrato ad attaccare la persona che porta in spalla la merce di contrabbando, ma non appena questi la abbandona per terra, il cane deve fermarsi e controllare il carico senza curarsi della persona. A questa deve preoccuparsi il tutore della legge se riesce in qualche modo ad arrestarla e condurla al Comando. In queste frazioni di secondo comincia la fase di attacco e sia il cane che tutti e due noi ci muoviamo correndo contro questo gruppo di persone, le quali avvertite dal rumore conseguente al nostro correre, alcune riescono a fuggire e ritornare in Svizzera, altre abbandonano il carico e si perdono nell'oscurità del bosco.

Sembra un fermo di sigarette classico, infatti quello che interessa maggiormente è recuperare la merce illegale se poi se si riesce a fermare il responsabile tanto meglio. Ma qualcosa va storto. Argo ha compiuto in parte il suo lavoro. Invece di fermarsi davanti al carico giacente lì per terra, ha continuato ad inseguire la persona che lo portava. Questo significa che nella sua corsa Argo ha sconfinato in Svizzera. Ahime!! quello che non doveva accadere è accaduto, ci siamo guardati in faccia tutti e due attoniti, ci siamo detti, qua stanotte, succedono dei guai, se le Guardie Svizzere si accorgono che un cane anti contrabbando italiano è sconfinato in Svizzera per inseguire una persona, qui si rischia l'incidente diplomatico.

Il tempo passa, inutile chiamare il cane, anche a voce alta, sembra scomparso nel fitto del bosco. Siamo proprio scoraggiati e amareggiati e anche impauriti ma ecco che all'improvviso, dal nulla, appare Argo.

Un sospiro di sollievo esce dalle nostre bocche, ma l'animale si prende anche una bella pedata nel sedere dal suo conduttore e consapevole dell'imperdonabile errore commesso, non ha nessuna reazione, emette solo un impercettibile mugolio, come per chiedere scusa dell'errore commesso e con la coda tra le gambe si accuccia vicino al suo padrone. Dopo i primi momenti di paura e di rabbia, tutto passa, e anche io provo a dare una carezza ad Argo come per rincuorarlo. Lui sembra accettare e mi lecca la mano.

Tutto è finito per il meglio. Piano piano cominciamo a trasportare la merce sequestrata al Comando. dove riceviamo i complimenti del comandante e dei colleghi per il buon esito dell'operazione.

Qui apro una parentesi che sarà argomento di un altro racconto quando e se ne avrò voglia di scriverlo, ma mi interessa rilevare che nella mia permanenza a questo reparto disagiato sono state molte le notti come questa passate all'addiaccio e nelle condizioni descritte. Queste notti sono state per me foriere di buon auspicio. Quando ho deciso infatti di concorrere per l'ammissione alla Scuola Sottufficiali, ormai lontano da questo reparto disagiato, indovinate quale è stato l'argomento della prova scritta? Ebbene si, il titolo del tema è stato il seguente:
“Il cielo stellato sopra di me e la legge morale in me. Commentate queste parole scritte da un celebre filosofo (Kant)”.

Quando i commissari leggono questo titolo nella sala dei concorsi, un brivido percorre la mia schiena, e penso: “””Coraggio, questa volta ci sei, è il tuo momento fortunato. Prendi al balzo questa opportunità e concentrati al massimo sull'argomento del tema, che è alla tua portata. Sono fatti e situazioni che hai vissuto di persona sulla tua pelle pertanto non puoi sbagliare.””” Dopo poco tempo infatti mi viene comunicato che il mio trattato è stato classificato con un punteggio tale da risultare primo “ex equo” con quello di un altro collega della stessa Legione da cui dipendo. Evviva! forse è il momento che riesco a fare un salto di qualità nella mia carriera. Con il superamento della prova scritta si accede a quella orale. Tutto questo accade mentre non sono piu' nel reparto disagiato, ma mi trovo in un posto dove è l'invidia di tutti i miei colleghi. Sono soddisfatto, ma questa è un'altra storia.

Foto alla sinistra Argo ed io. Foto alla destra io e i sacchi di sigarette sequestrate.

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