martedì 1 aprile 2008

Il Paese delle donne incinta

Mi trovo a svolgere il mio servizio in quel di Brescia e come ogni mattina, oramai da anni, mi reco in ufficio per assumere gli incarichi che dovrò' svolgere nell'arco della giornata.

Apparentemente sembra un normale giorno di lavoro, come tanti altri, ma si percepisce nell'aria, che qualcosa sta accadendo. Si nota infatti un insolito movimento dei capi sezione che entrano ed escono con una certa apprensione dall'ufficio del Comandante. Oramai l'esperienza mi insegna che questi comportamenti preludono al manifestarsi di qualche fatto di una certa rilevanza. La porta si apre e un capo sezione invita me e altri due colleghi ad entrare. Ecco che le mie supposizioni sembrano avverarsi e penso tra me e me: “”” oggi a casa non si pranza ahimé!””” Qualcosa di grosso bolle in pentola.

Dopo aver chiuso la porta, ci viene illustrato lo scopo di questa convocazione che è tutt'altro che una cosa semplice da attuare.

Ci viene consegnato un “mandato” rilasciato dalla Procura della Repubblica di Milano che ordina di effettuare una perquisizione domiciliare presso l'abitazione di una persona abbastanza influente e che riveste un ruolo delicato nella funzione pubblica. L'atto deve essere eseguito nella cittadina di Ala di Trento ove si trova l'abitazione di questa persona.

La motivazione inserita nel documento che ci viene consegnato riguarda una supposta appartenenza del soggetto ad una loggia segreta massonica che prende il nome di Loggia P2.
In Italia in questo periodo c'è un certo fermento, gran parte delle Procure della Repubblica hanno delle indagini in corso sul fenomeno delle logge massoniche segrete e una di queste è proprio la P2.

In breve, queste consorterie non sono riconosciute legalmente dalla legge italiana perché si presume che all'interno di esse si svolgano pratiche anticostituzionali a danno del Paese.
Per chi volesse approfondire l'argomento può' andare in qualsiasi libreria o cercare in Internet e trovare una vasta letteratura che spiega il fenomeno.

Molti personaggi della politica, della finanza, del giornalismo vi erano implicati in queste associazioni ritenute illegali. La giustizia italiana stava cercando di capire fino a che punto queste consorterie erano legali nel territorio oppure agivano in contrasto con le disposizioni di legge. Ma la cosa non era facile, da scoprire. Troppe implicazioni, connivenze, protezioni, ad alto livello politico e istituzionale. Via via lo scandalo aveva assunto proporzioni sempre maggiori. Non passava giorno in cui radio, televisione e giornali non si occupassero della cosa.

Comunque lasciando da parte l'aspetto puramente politico e la risonanza data dai “mass media”, a noi ci era stato ordinato di eseguire l'ordine impartito dalla Magistratura milanese la quale cercava di fare chiarezza anche al suo interno in quanto risultavano iscritti a queste organizzazioni anche dei loro appartenenti.

La questione era abbastanza delicata e quello che ci viene raccomandato è di usare la massima discrezione perché avremmo dovuto agire nei confronti di un personaggio che rivestiva una carica pubblica di importante rilievo.

Il capo ordina di preparare tutto il necessario per recarsi nella cittadina di Ala di Trento che si trova nella omonima provincia e di raggiungerla con l'autovettura Alfa Romeo Giulietta 1800 condotta da un alfista esperto. Questo tipo di veicolo nel nostro ambiente era classificato come vettura da inseguimento. Il suo utilizzo principale era volto al contrasto alle attività illecite, in particolare nella lotta al contrabbando. Chi è addetto alla guida di questi è personale esperto che ha fatto dei corsi specifici all'uso. L'autista quindi che deve condurci a destino è uno di questi. “alfisti”.

Bisogna fare una piccola precisazione. In genere questi tipi di individui sono un po allergici agli ordini che vengono dati e quando possono spingono a tutto gas l'autovettura anche se non c'è bisogno. Oggi l'autista è uno di quelli e sarà' difficile tenerlo a freno.

Preparati tutti i documenti e fatto il pieno di benzina al veicolo, partiamo, ci immettiamo in autostrada e allo svincolo della Verona Brennero prendiamo per l'autostrada A22 in direzione di Trento.

Per una certa forma di tutela e brevità dirò solo i nomi dei componenti la pattuglia composta quindi dai marescialli, Elvio, Teodoro ed io. più il matto di alfista, Rago, al quale non gli è stato raccomandato altro che guidare con calma tanto il tempo per eseguire il servizio lo avevamo. Lui di malavoglia aveva accettato questa situazione ma sono sicuro che alla prima occasione avrebbe tirato fuori le unghie.

Durante il tragitto per raggiungere la destinazione avevamo anche il tempo e la voglia di fare battute scherzose, commentando anche sull'incarico che ci era stato affidato e sul come avremmo potuto svolgerlo nel migliore dei modi.

Dopo un paio d'ore di viaggio circa, raggiungiamo il posto dove avremmo dovuto eseguire il Mandato.

Ecco però che già cominciano a sorgere i primi problemi. Nell'abitazione infatti non troviamo nessuno a cui recapitare l' ordine di accesso nell'abitazione ed eseguire la perquisizione domiciliare. Ora non ricordo esattamente i termini esatti del perché' non entrammo immediatamente, forse per scrupolo del capo pattuglia o qualche altro intoppo, sta di fatto che non entrammo subito. Ma ci mettemmo in attesa che qualcuno arrivasse per aprire la porta per entrare.

Che facciamo che non facciamo, si decide di fare nel frattempo una passeggiata per la cittadina di Ala di Trento che a dire il vero era veramente bella ed interessante. Ma una cosa colpì tutti noi. La gran parte delle giovani donne che incontravamo erano tutte in stato interessante e quello che meravigliava maggiormente era che sembrava avessero gli stessi mesi di gravidanza. Divertiti di questo fatto ci siamo guardati in faccia e chiesto tra noi come mai questa cosa. Incuriositi abbiamo voluto andare a fondo della questione e per saperlo non avremmo fatto altro che fare un po' di faccia tosta e chiedere a qualcuno. Siamo entrati pertanto in un bar e dopo aver preso un caffè' abbiamo rappresentato la nostra curiosità' al gestore del locale e lui sorridente ci ha spiegato l'arcano.

Vedete disse:
"""Ala di Trento è un paese dove i giovani mariti lavorano molto all'Estero per lungo tempo. E i rientri in famiglia sono quasi tutti dello stesso periodo, e quindi....."""" Capito al volo a cosa intendeva alludere il gestore del bar ne siamo usciti soddisfatti di aver scoperto il piccolo mistero accingendoci a raggiungere il luogo dove avremmo dovuto eseguire i nostri compiti. Purtroppo sul posto ancora non si vedeva nessuno a cui recapitare questo benedetto ordine di perquisizione. Alla fine il capo pattuglia stanco di aspettare decide di ritornare alla sede del nostro comando senza eseguire nulla.

Il comportamento del responsabile della pattuglia a mio avviso non è da criticare tenuto conto della persona che sarebbe stata sottoposta a questo controllo. Comunque prima di decidere autonomamente aveva sentito il parere del nostro comandante il quale aveva acconsentito a desistere in assenza dei proprietari.

Così quindi con calma con cui eravamo arrivati si rientra chiacchierando tra noi e commentando su quanto era accaduto in particolare sulle donne in stato interessante.

Alla sede però il capo non convinto della situazione, non ci rende subito liberi di andare ma dice di attendere, ancora un po' che avrebbe chiesto lumi anche lui sul da farsi.

Fece un giro di telefonate, in quanto la cosa era talmente delicata che bisognava ricevere direttamente ordini dal Comando di Milano.

Dopo poco tempo infatti ecco la brutta notizia. Bisogna ritornare la' ed eseguire il mandato anche senza la presenza dei proprietari dell'immobile, come del resto previsto dalla legge. Il problema era che questa volta dovevamo fare alla svelta perché' la sede di Milano che dirigeva tutta l'operazione doveva essere messa al corrente immediatamente degli elementi in nostro possesso.
Questa volta l'autista non fece davvero una passeggiata, si comporto' proprio come lui era stato addestrato ad agire alla guida di un'autovettura da inseguimento Alfa Romeo. Viaggiavamo infatti in autostrada alla velocità di 185 Km orari.

Nessuno fiatava, pregavamo che tutto andasse per il meglio e non vedevamo l'ora di arrivare.
Constatato quindi che non c'era bisogno della presenza di alcun proprietario per dare riscontro al mandato, ci siamo preoccupati di trovare un fabbro che forzasse la serratura di ingresso per dare finalmente esecuzione a quanto ci era stato impartito. Tutto il materiale ritenuto utile secondo quanto prescritto nell'ordine della Procura è stato debitamente riposto in appositi scatoloni e sigillati con le cautele di legge per essere concentrato agli uffici che lo richiedevano.

Quindi in tutta fretta abbiamo fatto ritorno alla nostra sede e anche questa volta l'autista, facendoci passare momenti di brivido, si è dato da fare per arrivare nel più' breve tempo possibile viaggiando in autostrada anche questa volta a quasi 190 Km orari, per consegnare quanto sequestrato . Durante il viaggio, ci siamo scambiati poche parole, un po' per lo stress subito un po' per paura della velocità' del veicolo in mano al soggetto un po' particolare che lo guidava.

Giunti alla sede e consegnato il tutto al Comandante questi finalmente ci ha messo in libertà. Ma nel frattempo si era fatto tardi e come era stato nelle mie previsioni il pranzo era saltato. Pazienza, dovevo mettere in conto queste cose perché' facevano parte delle incognite del mio lavoro.

Si sapeva quando si usciva di casa al mattino, ma non si sapeva quando si ritornava.

Avrei potuto mangiare anche se in ritardo una volta a casa.

Foto di Ala di Trento e donna incinta

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